C’è stato un tempo non troppo lontano che ci voleva particolare dignità per opporsi alla criminalità
Il 27 marzo 1971, viene colpito con diversi colpi di pistola, Vincenzo Scuteri, che muore il 4 aprile, viveva a Caulonia, in provincia di Reggio Calabria. Faceva il carpentiere, sindacalista della CISNAL, era un uomo del popolo, ‘colpevole’ per la mafia di avere la schiena dritta, di essere un onesto lavoratore: “Io il ferro dalla mafia non lo voglio lavorare” e quel comportamento, quella serietà, gli costarono la vita. Era un militante, tanto che nella targa a lui dedicata si faceva riferimento anche al suo soprannome ‘u camerata’. Oggi la targa è scomparsa come la piazza da intitolargli.
Il 27 Marzo 1981, dopo anni di minacce, Dino Gassani muore, insieme al segretario Pino Grimaldi, nel suo studio al centro di Salerno, per mano di due sicari della NCO di Raffaele Cutolo, che avevano dapprima ‘provato’ a convincerlo a rinunciare o ad a far ritrattare le accuse del suo assistito. “Non posso perdere la dignità” , scrisse in un foglietto, quella sera, prima di essere ucciso. Consigliere e Padre Costituente Regionale, Avvocato che non perse la sua dignità neanche sotto minaccia. Omaggiato con la Medaglia d’oro a valor civile, ma obliato dalla Regione Campania che a distanza di anni si ostina a non intitolare all’unico consigliere ucciso dalla camorra la Sala Consiliare.
Davanti al Tricolore ancora macchiato del sangue di Gassani, abbiamo promesso che non avremmo dimenticato, i tanti che hanno dato un significato alla parola Dignità.
In questa data significativa prende il via una nuova iniziativa del Centro Fiamma “Dignità contro le mafie” fatta di eventi, studi, convegni e libri che riporterà la memoria a ciò che memoria merita. Consapevoli che il tempo non conta, perché certi eroi non si dimenticano.